Lorenza Marini
La Cina è oggi il principale motore della domanda globale di oro: acquisti massicci, ufficiali e occulti, stanno spingendo il metallo giallo ai massimi storici e ridisegnano gli equilibri finanziari mondiali
Durante il Covid col mio adorato papà esperto di trading ho iniziato a interessarmi di finanza e seppure ancora molto inesperta, qualcosa leggo qua e là. E così mi sono imbattuta in un tema che oggi domina i mercati: la Cina e l’oro.
La corsa all’oro
Negli ultimi anni la Cina ha intensificato gli acquisti di oro, sia attraverso la Banca Popolare Cinese (PBoC) sia tramite investitori privati. Secondo diverse stime, Pechino compra molto più oro di quanto dichiara ufficialmente, con importazioni che arrivano a centinaia di tonnellate l’anno apprendo da Sky TG24
Perché i cinesi comprano oro
• De-dollarizzazione: l’oro è visto come arma strategica per ridurre la dipendenza dal dollaro USA .
• Riserva di valore: in un contesto di tensioni geopolitiche e timori sul debito americano, l’oro è percepito come bene rifugio.
• Domanda interna: famiglie e investitori cinesi acquistano oro fisico e ETF per proteggere i risparmi
• Preparazione a nuove valute: alcuni analisti ritengono che la Cina accumuli oro in vista di un sistema monetario alternativo, come la valuta BRICS ……..
Effetti sui mercati
• Prezzi record: nel 2025 l’oro ha superato i 3.500 dollari l’oncia, livelli mai visti prima
• Pressione sugli ETF: dopo un boom primaverile, molti investitori cinesi hanno spostato capitali dall’oro cartaceo all’oro fisico
• Impatto globale: la domanda cinese influenza direttamente Wall Street e le borse europee, rendendo l’oro un barometro della fiducia internazionale.
Una strategia silenziosa
La particolarità è che la Cina non comunica
apertamente la portata dei suoi acquisti.
I dati ufficiali parlano di incrementi mensili modesti (1-2 tonnellate), ma le stime reali indicano flussi dieci volte superiori Questo crea un’asimmetria tra ciò che appare e ciò che conta, alimentando speculazioni e volatilità.
E quindi?
La dinamica è chiara dice un mio amico esperto di finanza con cui ho commentato il tema:
mentre l’Occidente guarda agli indici azionari,
la Cina accumula oro come garanzia di stabilità e potere.
Il RISULTATO è
un mercato globale sempre più condizionato da Pechino,
dove il metallo giallo diventa non solo un bene rifugio,
ma anche uno strumento geopolitico.
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