L’elettrico cinese è in crisi

Pubblicato il 14 novembre 2025 alle ore 13:21

Sinologa LORENZA MARINI 

La Cina tra due bolle: immobiliare ed elettrico.
Crescita drogata da investimenti e sussidi,

ora il rischio collasso.

 

La bolla immobiliare

 

Dal 2000 il settore immobiliare cinese è stato il motore della crescita: 75% degli investimenti edilizi concentrati sul residenziale, con prezzi saliti vertiginosamente. Oggi però la crisi è evidente: nel 2025 le vendite di nuove abitazioni sono calate dell’8%, attestandosi tra 8,8 e 9 trilioni di yuan 

Le conseguenze sono pesanti:

Domanda interna debole, con consumi e produzione industriale in calo 
Export rallentato, con un -1,1% a ottobre 2025 
Debiti enormi dei grandi costruttori (Evergrande, Country Garden) che trascinano banche e governi locali.



La bolla elettrica

 

Un amico cinese che lavora nel settore e preferisce restare anonimo, racconta che la corsa all’auto elettrica è stata simile: all’inizio, nei primi anni 2010, erano poche decine di aziende, sostenute da sussidi statali miliardari.

Oggi se ne contano oltre 200, con una produzione di 8 milioni di immatricolazioni nel 2024, più del quadruplo rispetto all’Europa.

Gli investimenti pubblici e privati ammontano a centinaia di miliardi di yuan.

BYD, leader mondiale, ha annunciato 20 miliardi di euro per l’espansione in Europa, ma ha anche

debiti superiori a 300 miliardi di yuan verso fornitori.
Noi, Xpeng e Li Auto crescono

ma restano dipendenti dagli incentivi.

Il problema è la guerra dei prezzi: la vicepresidente di BYD ha dichiarato che la competizione è “non sostenibile”.
Molti marchi minori (come Nezha) licenziano senza pagare stipendi.

Il governo ha chiesto di fermare i sovrainvestimenti e di autoregolarsi.

 

E allora che accadrà …

 

Secondo il mio amico cinese, “solo una ventina di aziende sopravviveranno alla selezione naturale del mercato”.

Probabili vincitori:

BYD: leader mondiale, ma sotto pressione per debiti e prezzi.
Nio: innovativa, ma con bilanci fragili.
Xpeng e Li Auto: in crescita, ma dipendenti dagli incentivi.
Tesla: presente in Cina, ma colpita dalla guerra dei prezzi.

 

Due bolle, un destino

 

La bolla immobiliare sta già causando recessione interna e calo della fiducia.
La bolla elettrica rischia di replicare lo stesso schema:

crescita drogata da sussidi,

troppi attori,

debiti insostenibili.

La Cina, dopo vent’anni di boom, si trova davanti a una doppia sfida: riassorbire l’eccesso immobiliare e selezionare i campioni dell’elettrico.

La Cina ha costruito in pochi anni un impero dell’auto elettrica, ma ora rischia di vederlo sgretolarsi sotto il peso di debiti, sovrapproduzione e concorrenza feroce.

La dichiarazione di BYD non è un dettaglio: è il segnale che la corsa sfrenata potrebbe trasformarsi in una bolla pronta a scoppiare, con conseguenze globali per l’intero settore automobilistico.

 

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