Terre Rare: l'Arma Silenziosa della Cina nella Guerra Economica con gli USA

Pubblicato il 8 settembre 2025 alle ore 18:29

scritto da LORENZA MARINI

TourLeader, Interprete di Cinese, Traduttrice, Insegnante di Cinese

 

Inizio con un pugno di numeri per capire la scala del dominio: la Cina oggi controlla circa il 70% dell'estrazione mineraria mondiale di terre rare e cosa ancora più cruciale, quasi il 90% della loro lavorazione e raffinazione. Il mercato globale di questi elementi è previsto superare i 34 miliardi di dollari entro il 2037. Una singola turbina eolica da 3 MW può richiedere fino a 500 kg di terre rare. Questi non sono solo dati: sono le coordinate di una supremazia strategica costruita in 40 anni, un'arma affilata nella guerra economica globale.
Un ritmo incalzante, quasi febbrile, segna la corsa alle terre rare. Diciassette elementi chimici dai nomi esotici – lantanio, cerio, neodimio, disprosio – che non sono "rari" in senso geologico, ma la cui estrazione e, soprattutto, separazione, è un processo complesso, costoso e altamente inquinante. Sono il cuore invisibile della nostra modernità: pulsano negli smartphone, animano i motori delle auto elettriche, guidano i droni, potenziano i laser, sono indispensabili nei sistemi di difesa missilistica e nelle turbine eoliche. Controllare le terre rare significa tenere in pugno le filiere tecnologiche del presente e del futuro. E la Cina, con una strategia lungimirante e spregiudicata, ne ha fatto il suo asso nella manica.


Excursus Storico

Dalla Svolta di Deng alla Raffinata Supremazia


La visione strategica cinese ha un padre nobile: Deng Xiaoping. Fu lui, già nel 1992, a pronunciare la frase profetica che ha orientato la politica industriale di Pechino per i decenni a venire: "Il Medio Oriente ha il petrolio, la Cina ha le terre rare". Una dichiarazione d'intenti che ha dato il via a una scalata inarrestabile.

Anni '90: La Conquista a Basso Costo. In questa fase, la Cina ha inondato il mercato globale offrendo terre rare a prezzi stracciati. La strategia era semplice e brutale: sfruttare i vasti giacimenti, come quello di Bayan Obo in Mongolia Interna (che da solo detiene una porzione significativa delle riserve mondiali), con manodopera a basso costo e una quasi totale assenza di regolamentazioni ambientali. Il risultato? Un disastro ecologico in aree come Baotou, trasformata in un "inferno terrestre" con laghi artificiali di scorie tossiche e radioattive, ma anche il collasso dei produttori occidentali, incapaci di competere con prezzi tanto bassi. La miniera californiana di Mountain Pass, un tempo leader mondiale, fu costretta a chiudere nel 2002.

La Crisi del 2010: Il Campanello d'Allarme. Il mondo si è accorto della sua dipendenza nel 2010, quando Pechino, in seguito a una disputa territoriale per le isole Senkaku/Diaoyu, bloccò di fatto le esportazioni di terre rare verso il Giappone, mettendo in ginocchio l'industria high-tech nipponica. I prezzi schizzarono alle stelle e l'Occidente capì di essere in trappola.


L'Era della Qualità e del Controllo.

Dopo aver consolidato il monopolio sull'estrazione, la Cina ha cambiato marcia. Ha investito massicciamente in ricerca e sviluppo, diventando leader non solo nell'estrazione ma anche nelle complesse tecnologie di separazione e raffinazione degli elementi più pesanti e pregiati. Ha imposto quote di produzione interne, ha combattuto l'estrazione illegale e, soprattutto, ha consolidato il settore.


Le Aziende del Dragone:

Dal Monopolio Frammentato ai Colossi di Stato

 

Se in passato il settore era caratterizzato da una miriade di piccole aziende statali e non... oggi Pechino ha orchestrato una potente centralizzazione. L'attore principale è il China Rare Earth Group, un colosso nato a fine 2021 dalla fusione di diverse compagnie statali. Questo gigante controlla una quota enorme della produzione cinese, specialmente delle terre rare pesanti, quelle più strategiche per la difesa e l'aerospaziale. Al suo fianco operano altre importanti realtà come Shenghe Resources. Questa mossa ha permesso alla Cina di controllare non solo i volumi, ma anche i prezzi e l'intera catena del valore, dalla miniera al magnete.


Punti di Forza e Debolezza della Morsa Cinese


Punti di Forza:
Dominio della Filiera: Controllo quasi totale non solo dell'estrazione, ma soprattutto della lavorazione, la fase a più alto valore aggiunto e tecnologicamente complessa.
Riserve Rilevanti: Possiede le più grandi riserve mondiali stimate.
Costi Competitivi: Nonostante l'aumento dei controlli ambientali, la scala produttiva garantisce ancora un vantaggio di costo.
Know-how Tecnologico: Decenni di esperienza e investimenti hanno creato un gap tecnologico difficile da colmare per i competitors.
Leva Geopolitica: La capacità di regolare le esportazioni è un potente strumento di pressione diplomatica ed economica.

 

Punti di Debolezza:
Costo Ambientale: L'eredità di decenni di sfruttamento selvaggio rappresenta un enorme problema interno e un danno d'immagine.
Contromosse Occidentali: Il suo stesso strapotere ha spinto USA, Europa, Australia e altri a investire miliardi per riattivare miniere (come Mountain Pass negli USA)  e costruire nuove catene di approvvigionamento.
Potenziale del Riciclo: Sebbene ancora in fase embrionale (si stima un tasso di recupero globale inferiore al 5%), il riciclo di terre rare da rifiuti elettronici (RAEE) potrebbe, nel lungo termine, ridurre la dipendenza dalle miniere.


E allora chi Sfida il Dragone?


Il mondo non è rimasto a guardare. La consapevolezza della dipendenza strategica ha innescato una corsa globale per diversificare le fonti di approvvigionamento.


Australia: Con l'azienda Lynas Rare Earths, è il più grande produttore non cinese. Lynas estrae in Australia e raffina in Malesia, e sta costruendo impianti anche negli Stati Uniti con il supporto del Pentagono.
Stati Uniti: Hanno riattivato la miniera di Mountain Pass in California attraverso la società MP Materials, che però, ironia della sorte, per molto tempo ha dovuto spedire i suoi concentrati in Cina per la raffinazione finale, evidenziando il vero collo di bottiglia della filiera.
Europa: Sta muovendo i primi passi. La scoperta di un vasto giacimento a Kiruna, in Svezia, ha acceso le speranze, ma i tempi per l'avvio di un'eventuale estrazione sono lunghissimi (si parla di 10-15 anni). L'UE punta molto anche su accordi strategici e sullo sviluppo di tecnologie di riciclo.
Altri Attori: Vietnam, Brasile, Myanmar e India possiedono giacimenti e stanno cercando di aumentare la loro produzione.

 

Fatti Curiosi dalle "Terre" del Futuro

 

Non così Rare: Il Cerio, una delle terre rare, è abbondante nella crosta terrestre quanto il rame. Il problema è trovarle in concentrazioni economicamente sfruttabili.
Colori e Luce: L'Europio è fondamentale per il colore rosso negli schermi di TV e computer. L'Erbio viene usato per colorare vetri e smalti di rosa.
Un Elemento Radioattivo: L'unico elemento del gruppo a non avere isotopi stabili è il Promezio, che è radioattivo e non si trova in applicazioni di consumo.
Il Potere dei Magneti: I magneti permanenti al Neodimio-Ferro-Boro (NdFeB) sono tra i più potenti conosciuti. Sono essenziali per miniaturizzare motori e altoparlanti, dai piccoli motori a vibrazione degli smartphone ai giganteschi generatori delle turbine eoliche.


In conclusione quindi la partita per le terre rare è tutt'altro che conclusa. Se la Cina oggi detiene una posizione di quasi monopolio, la sua stessa assertività ha innescato una reazione globale. La guerra economica del XXI secolo si combatte anche su questo fronte, un fronte fatto di elementi chimici indispensabili che, silenziosamente, decidono le sorti della tecnologia, dell'energia e della difesa a livello mondiale.

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