LOREnZA MARINI
L’industria automotive in Cina: Un viaggio dalla tradizione all’innovazione
Da vent’anni lavoro come interprete di cinese in settori come l’automotive e sebbene non sia un'esperta anzi di meccanica ci capisco poco nulla però chiacchierando con manager, ingegneri e clienti cinesi, ho scoperto dettagli bizzarri e geniali che ho raccolto in questo articolo. Un po’ di curiosità, un po’ di storia, ma soprattutto tanta guanxi (relazioni) vissuta in prima linea! 🚗💨
Prima di tuffarci nell’evoluzione storica dell’automotive cinese e nelle joint venture (passate o forse future, come quella tra Chery e Maserati – spoiler: ancora niente di ufficiale!), vi svelo alcune curiosità che mi hanno lasciato a bocca aperta nel corso degli anni.
Ad esempio, sapevate che in Cina esiste un’auto elettrica che si compra online come un paio di scarpe, con consegna in 24 ore? O che Elon Musk, per aprire la Gigafactory di Shanghai, ha dovuto promettere di costruire non solo auto, ma anche un “parco giochi tecnologico” con ristoranti vegani per gli ingegneri? E che sua madre, Maye Musk, è più famosa di lui su Douyin (il TikTok cinese) grazie a uno spot in cui mangia ravioli con un panda robotico?
Continua a leggere e vi racconto tutto… 😉
Curiosità travolgenti sull’automotive cinese
Auto “clone” con nomi quasi identici:
La Landwind X7 (2014) era una copia quasi identica della Range Rover Evoque, venduta a 1/3 del prezzo. La Jaguar Land Rover fece causa e vinse, ma il modello era già stato venduto in migliaia di esemplari.
La Geely GE (2009) era una Rolls-Royce Phantom “low cost”, con tanto di statuina sul cofano simile al “Spirit of Ecstasy”.
La prima auto elettrica cinese era un golf cart:
- Nel 1995, la Zhonghua Electric Vehicle Company lanciò un’auto elettrica che raggiungeva i 30 km/h, pensata per campus universitari e aree turistiche.
Negozi-automobile “a distributore”:
- A Guangzhou, il marchio XPeng ha “negozi” con auto elettriche in vetrina, acquistabili tramite app in 5 minuti, come fossero snack.
Auto con nomi assurdi per attirare l’Occidente:
- BYD voleva inizialmente chiamarsi “Build Your Dreams”, ma in cinese il suono “Bi-Ya-Di” ricorda una frase volgare.
- FAW Besturn ha un modello chiamato B70, soprannominato “B-Qi-Shi” (“Settanta volte B”), un gioco di parole in cinese.
5. La città che produce il 70% delle auto elettriche mondiali:
- Liuzhou, nella provincia del Guangxi, è il polo globale delle NEV (New Energy Vehicles). Qui si producono Wuling, Baojun e SGMW.
Auto con funzioni “da social”:
- La NIO ET5 ha un microfono integrato per karaoke durante la ricarica, mentre la Hongqi HQ9 offre una macchina per il tè automatica.
La “Bubble Car” cinese:
- La Changli Nemeca, venduta su AliExpress a 1.200€, è un’auto elettrica a 3 ruote con 40 km di autonomia, parcheggiabile sul marciapiede.
Tesla in Cina: Numeri, strategie e segreti
Shanghai Gigafactory:
- Costruita in 168 giorni (record mondiale), produce una Model 3/Y ogni 40 secondi. Capacità: 1,25 milioni di auto/anno.
- Nel 2023, ha esportato 344.000 veicoli in Europa e Asia, diventando il primo esportatore di auto della Cina.
Market share e rivali:
- Tesla detiene il 10% del mercato EV cinese (2023), ma è superata da BYD (35%).
- Il modello più venduto: Model Y (456.394 unità nel 2023), seguito da Model 3.
Prezzi aggressivi:
- A gennaio 2023, Tesla ha tagliato i prezzi in Cina del 13-24%, scatenando una guerra dei prezzi con BYD e NIO.
Dipendenti “spia” e scandali:
Nel 2021, un ex-ingegnere Tesla è stato arrestato per aver rubato il codice dell’Autopilot e venduto a Xpeng Motors.
Batterie LFP cinesi:
- Dal 2021, Tesla usa batterie CATL LFP (litio-ferro-fosfato) per ridurre i costi. Il 50% delle Model 3/Y cinesi le montano.
Tesla come “azienda cinese”:
- La Gigafactory di Shanghai è di proprietà al 100% di Tesla (raro per un’azienda straniera), grazie a una deroga del governo.
Elon Musk, sua madre Maye e il rapporto con la Cina
Maye Musk in Cina:
- La madre di Elon, modella 75enne, è diventata un’icona in Cina dal 2020, apparendo in spot per Dior e Balmain.
- Nel 2021, ha lanciato un libro di ricette healthy su Douyin (TikTok cinese), vendendo 50.000 copie in 10 minuti.
Elon Musk e il governo cinese:
- Incontri top secret: Nel 2020, Musk ha incontrato il vice-premier Liu He a Los Angeles per discutere dell’apertura della Gigafactory.
- Lodi pubbliche alla Cina: Nel 2021, Musk ha definito la Cina “il futuro dell’innovazione” e ha lodato i suoi ingegneri come “i più talentuosi al mondo”.
Problemi recenti:
- Nel 2023, l’esercito cinese ha vietato le Tesla nelle zone militari per timori di spionaggio via telecamere.
- Tesla ha aperto un data center a Shanghai per memorizzare i dati locali e rassicurare Pechino.
Musk e i social cinesi:
- Elon è attivo su Weibo (il Twitter cinese), dove ha 2,3 milioni di follower. Nel 2021, ha postato una poesia anticinese del VII secolo, scatenando teorie sul sostegno a Taiwan.
“Il pasto di Musk”
- Durante una visita a Pechino nel 2020, Musk ha mangiato in un ristorante di jiaozi (ravioli cinesi) a 20 RMB (3€), postando la foto su Weibo. Il locale è diventato un’attrazione turistica, ribattezzato “Il posto dei ravioli di Musk”.
Le origini: Dagli anni ’50 alla nascita di un colosso
L’industria automobilistica cinese nacque negli anni ’50, in piena era maoista, con la fondazione di FAW (First Automotive Works) a Changchun nel 1953. Il primo modello, la Hongqi CA72 (1958), era un’auto di lusso per i leader del Partito Comunista, simbolo di orgoglio nazionale. Negli anni ’60-’70, la produzione era limitata a veicoli industriali e pochi modelli per civili, con tecnologie obsolete derivate dall’URSS.
La svolta arrivò negli anni ’80 con la politica di riforma e apertura di Deng Xiaoping. Nel 1984, la joint venture tra SAIC (Shanghai Automotive Industry Corporation) e Volkswagen segnò l’inizio della collaborazione con l’Occidente. Seguirono accordi con Peugeot, Chrysler e General Motors, che portarono tecnologie e know-how.
I giganti cinesi: Aziende protagoniste
- FAW: Ancora oggi leader, produce auto sotto i marchi Hongqi (lusso), Jiefang (camion) e collabora con Toyota e Volkswagen.
- SAIC: La più grande casa automobilistica cinese (7 milioni di veicoli nel 2022), con joint venture VW e GM. Marchi propri: MG, Roewe.
- BYD (Build Your Dreams): Fondata nel 1995 come produttore di batterie, oggi è il leader globale delle auto elettriche (3,02 milioni di NEV vendute nel 2023).
- Geely: Acquisì Volvo nel 2010 e nel 2022 la quota di Mercedes-Benz. Marchi: Lynk & Co, Polestar, Zeekr.
- Chery: Pioniere delle auto cinesi indipendenti (fondata nel 1997), esporta in 80 paesi. Nota per i SUV economici.
- NIO, XPeng, Li Auto: I "Tesla cinesi", specializzati in auto elettriche premium con tecnologie IA e batterie swap (NIO).
Numeri da record: La crescita esponenziale
- 1956: 1.600 auto prodotte.
- 2009: La Cina supera gli USA come più grande mercato auto al mondo (13,8 milioni di veicoli).
- 2023: Oltre 30 milioni di veicoli prodotti, il 35% del mercato globale.
- Auto elettriche: 9,5 milioni di NEV vendute nel 2023 (60% del totale mondiale), con un mercato interno in crescita del 35% annuo.
Joint venture: Il ponte tra Cina e Occidente
Le joint venture (JV) sono state cruciali. Ecco le più significative:
- SAIC-Volkswagen (1984): Primo accordo straniero, ancora oggi dominante.
- Dongfeng-Honda (2003): Specializzata in SUV e veicoli ibridi.
- FAW-Toyota (2000): Produzione di modelli come Corolla e RAV4.
- GAC-Fiat (2010): Fallita nel 2022 per scarso appeal del marchio in Cina.
Collaborazioni italo-cinesi:
- IVECO-SAIC (2007): Camion e veicoli commerciali.
- Maserati-Chery (non confermata): Voci di una JV per SUV elettrici di lusso, sfruttando la tecnologia Chery e il design italiano.
Ricambi Made in China: Da copie a eccellenza
Negli anni ’90, i pezzi di ricambio cinesi erano sinonimo di bassa qualità. Oggi, la Cina produce il 70% dei componenti auto globali, con player come:
- Wanxiang: Fornitore globale di componenti, proprietaria di Fisker Automotive.
- CATL: Leader mondiale di batterie (34% del mercato nel 2023).
- BorgWarner-Ningbo: Specializzata in trasmissioni per EV.
La rivoluzione elettrica: Batterie, tecnologie e dominio globale
La Cina controlla il 75% della filiera delle batterie, grazie a:
- CATL (Contemporary Amperex Technology): Fornisce Tesla, BMW e Volkswagen. La sua “Blade Battery” (2020) è tra le più sicure al mondo.
- BYD: Batterie LFP (litio-ferro-fosfato) a basso costo e alta densità.
- SVOLT: Spin-off di Great Wall Motors, pioniera nelle batterie senza cobalto.
Numeri chiave 2023:
- 7,3 milioni di batterie prodotte (+45% sul 2022).
- 130 nuove gigafactory pianificate entro il 2025.
Curiosità e aneddoti dal campo
- La Hongqi N701: Auto ufficiale di Xi Jinping, costa 1,5 milioni di dollari e viene prodotta in 50 esemplari l’anno.
- Wuling Hongguang Mini EV: L’auto elettrica più venduta al mondo (1,2 milioni di unità nel 2023). Prezzo: 4.500 USD!
- Nev graveyard: A Hangzhou, un cimitero di auto elettriche abbandonate dopo il crollo dei sussidi nel 2019.
- Geely e Lotus: Dal 2017, Geely ha rilanciato Lotus puntando su SUV elettrici e hypercar come la Evija (2.000 CV).
Sfide e futuro: Cosa aspettarsi
- Mercato saturo? Con 300 case automobilistiche, molte falliranno. Nel 2023, 40 aziende hanno chiuso.
- Espansione globale: BYD e NIO aprono fabbriche in Europa (Ungheria) e Sud America.
- Auto a idrogeno: SAIC e Great Wall investono 1,4 miliardi di USD in celle a combustibile.
Joint venture in arrivo: Oltre a Chery-Maserati, si parla di SAIC-Volvo per veicoli commerciali elettrici e XPeng-Fiat per auto smart a guida autonoma.
Da paese imitatore a leader dell’innovazione, la Cina ha rivoluzionato l’auto in 30 anni. Con politiche aggressive (stop alla vendita di termiche dal 2035) e investimenti in IA e batterie, il futuro è scritto in mandarino.

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