Cina: leader del Clima pro e contro

Pubblicato il 25 novembre 2025 alle ore 13:21

Lorenza Marini 

Come sapete ho molto a cuore la questione climatica ergo ho fatto un paio di ricerche anche spronata da un mio caro amico con cui affrontiamo sempre temi col carico da 90 ihih 


COP30: un vuoto americano, un palco cinese

Alla COP30, l’assenza degli Stati Uniti – scelta da Donald Trump che ha bollato il summit come “truffa” – ha lasciato spazio alla Cina, primo emettitore mondiale di CO₂, per assumere un ruolo da protagonista nella transizione energetica. Un ribaltamento storico: da “colpevole climatico” a potenziale salvatore dell’Accordo di Parigi

 

 Cina: da gigante fossile a superpotenza verde

• Nel 2023-24 Pechino ha installato 2/3 della capacità solare ed eolica globale.
• Nel primo semestre 2025: 250 GW di nuovi pannelli solari, più dell’intero output storico USA.
Obiettivo 2030 (20% rinnovabili) già superato nel 2025.
• Le emissioni sembrano aver raggiunto il picco, con trend di discesa simile a Europa e Nord America.
• L’Economist la definisce “superpotenza delle rinnovabili”, il WSJ parla di “Cina che salva Parigi”.


 Innovazione e velocità

• Nel 2022, 2/3 dei veicoli elettrici venduti nel mondo erano cinesi.
• Marchi come BYD e NIO dominano il mercato globale, superando Tesla in volumi.
• La Cina esporta tecnologia verde in India, Brasile, Vietnam: geopolitica energetica travestita da ecologia.
• Il costo del solare è sceso del 50% oltre le previsioni in dieci anni, rendendo le rinnovabili più competitive del carbone in molte aree.


 Contraddizioni interne

Il carbone resta la spina dorsale: nuove centrali sono in costruzione.
• Promesse di riduzione emissioni (-7/10% entro 2035) insufficienti per contenere il riscaldamento a 1,5 °C.
• La stabilità energetica prevale sulla coerenza climatica: il carbone è ancora percepito come garanzia di sicurezza.


Europa e il dilemma della dipendenza

Bruxelles impone dazi sulle auto elettriche cinesi, ma senza di esse la transizione rallenterebbe drasticamente.
• Adam Tooze: “Meglio riconoscere che la Cina è l’unico grande paese che sta correndo al ritmo necessario”.
• L’Europa oscilla tra rivalità sistemica e necessità di cooperazione tecnologica.


Curiosità e dati che mi han colpita 

• La Cina ospita il più grande parco solare del mondo (Ningxia, visibile persino dallo spazio).
• Nel 2025 Pechino ha inaugurato la prima “città a idrogeno” sperimentale, con trasporti e industrie alimentati da fuel cells.
• Il 40% delle terre rare globali, indispensabili per batterie e turbine, è estratto in Cina: un vantaggio strategico che rende il paese quasi insostituibile.
• La Belt and Road Initiative ha già finanziato oltre 100 progetti energetici rinnovabili all’estero, trasformando la diplomazia climatica in soft power.


E allora che ne pensate Voi?

La Cina corre veloce, ma con il freno del carbone tirato o no?
È leader verde e al tempo stesso contraddizione climatica?
La sua transizione è tanto geopolitica quanto ecologica: un mix di innovazione, dipendenze e sfide che ridisegna il futuro energetico globale?

 

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