Città fantasma Cina Turchia Dubai Spagna Egitto

Pubblicato il 7 novembre 2025 alle ore 11:47

di LORENZA MARINI

 

Boom edilizio, sogni di lusso e città fantasma: il caso Sheyang Guest Mansion in Cina e Burj Al Babas in Turchia sono simboli globali di una crisi immobiliare fatta di eccessi, speculazioni e fallimenti.


Cina: Sheyang Guest Mansion, il lusso abbandonato

 

Nel nord-est della Cina, vicino a Shenyang, sorge il complesso State Guest Mansions, un progetto immobiliare faraonico composto da oltre 250 ville di lusso. Costruito negli anni 2010, il progetto si è fermato nel 2018, lasciando dietro di sé una città fantasma.

Le cause:

Corruzione politica e tagli ai finanziamenti pubblici
• Domanda sovrastimata per immobili di fascia alta
• Politiche restrittive del governo cinese contro la speculazione immobiliare 


Oggi, le ville incomplete sono invase dalla vegetazione e riutilizzate dai contadini locali per l’allevamento di bestiame, un paradosso che mostra il divario tra ambizione e realtà.

 

Turchia: Burj Al Babas, il sogno fiabesco fallito

 

A Mudurnu, in Turchia, il progetto Burj Al Babas prevedeva la costruzione di 732 ville in stile castello francese, pensate per una clientela di lusso proveniente dal Medio Oriente. Il progetto, iniziato nel 2014, è costato 205 milioni di dollari ma è fallito

Le cause:

Crisi economica turca
• Bancarotta del consorzio Sarot
• Assenza di acquirenti reali 


Il risultato? Una “Disneyland abbandonata” con centinaia di castelli identici e disabitati, simbolo di un lusso alieno e scollegato dal contesto locale Geopop.

 

Parallelismi globali: quando il mattone si sgretola

 

Questi casi non sono isolati. Ecco altri esempi di fallimenti immobiliari su scala globale:

Spagna: dopo la crisi del 2008, migliaia di case invendute e interi quartieri incompleti.
Dubai: progetti di grattacieli e isole artificiali abbandonati o ridimensionati.
Egitto: città satellite come New Cairo con infrastrutture costruite ma senza residenti.


E allora se dagli errori si impara 

 

• Serve urbanistica sostenibile, con progetti basati su bisogni reali e analisi demografiche.
I governi devono regolare il mercato immobiliare per evitare bolle speculative.
L’architettura deve dialogare con il territorio, non imporsi come status symbol.


Questi luoghi, oggi mete di fotografi e curiosi, sono monumenti al fallimento di un modello economico che ha privilegiato l’apparenza alla sostanza. E ci ricordano che il mattone, se non ha fondamenta solide, può sgretolarsi anche prima di essere abitato.

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