Amo viaggiare per lavoro e hobby dal 2006 guido viaggi che trasformano la curiosità in meraviglia come TOURLEADER per il Tour Operator QUALITY GROUP, leader nel settore turistico.
Oggi andiamo in TIBET "Tetto del Mondo"
Qua scriverò del viaggio anche se le parole non bastano perché il Tibet non si visita: si respira, si sogna, si vive. Il Tibet é un viaggio che non è solo un viaggio, ma un’esperienza che scolpisce l’anima.
Mi astengo da considerazioni politiche perché questo pezzo vuole accendere il desiderio di partire e darVi subito informazioni pratiche: come entrare, come prepararVi, cosa vedere e come vivere Lhasa e i suoi luoghi sacri senza perdere nemmeno un attimo di vita preziosa.
Esploreremo il Potala Palace, un capolavoro architettonico sospeso tra le nuvole, dove i muri di pietra custodiscono segreti di imperatori e monaci. Viaggeremo verso laghi sacri, specchi turchesi incastonati tra vette maestose, dove il silenzio parla più delle parole. E all’alba, vivremo l’incanto di scoprire i monaci intenti a creare mandala effimeri, opere d’arte votive che danzano tra i colori, mentre le ruote di preghiera girano al ritmo dei desideri del cuore fino al campo base ai piedi dell'Everest 🏔️
Assaggeremo il burro di yak in una tazza fumante, un sapore audace che vi legherà a questa terra, e cammineremo su sentieri dove l’aria profuma d’incenso e libertà.
Perché andare in Tibet???
- Paesaggi unici: altopiani, laghi turchesi, montagne sacre e cieli incredibilmente limpidi.
- Cultura millenaria: monasteri, arte religiosa, pellegrini e tradizioni viventi.
- Esperienza spirituale: pellegrinaggi, meditazione e incontro con pratiche buddhiste autentiche.
- Avventura e fotografia: luoghi ancora relativamente remoti e photogenici.
- Incontro umano: ospitalità delle comunità locali nelle aree rurali (quando possibile e rispettosa).
Quando andare? Migliori stagioni
🔝 Da aprile a giugno, il Tibet si risveglia come un fiore di loto: le valli esplodono di colori, i laghi sacri (come il Namtso o lo Yamdrok) brillano di turchese sotto cieli tersi e le temperature miti rendono ogni escursione un’esperienza rigenerante. È il momento ideale per fotografi e amanti della natura!
🔝 Settembre e ottobre sono anche mesi d’oro: l’aria frizzante accarezza i monasteri, le feste tradizionali (come il Festival di Shoton) animano Lhasa con danze e thangka giganti e i tramonti sul Potala Palace sembrano dipinti a mano. Perfetto per chi cerca spiritualità senza folla.
Piccolo segreto: d’inverno (novembre-marzo), il Tibet si trasforma in un regno silenzioso e innevato, magico per chi ama l’essenza pura… ma preparatevi al freddo intenso!
Cosa mettere in valigia? I miei consigli! 🧣🎒
A cipolla è la regola! GRANDI ESCURSIONI TERMICHE TRA GIORNO E NOTTE. Le escursioni richiedono stratagemmi: maglie tecniche traspiranti per il giorno, pile o piumini leggeri per le mattine gelide e un giubbotto antivento per le salite al Campo Base dell’Everest (sì, ci andremo!).
Scarpe da trekking comode : sentieri rocciosi, monasteri in pendenza… le vostre suole devono essere comode, antiscivolo e già collaudate. Niente vesciche in viaggio con me!
Sole e spiritualità: occhiali UV, cappello a tesa larga e crema solare ad alta protezione (qui il sole gioca a fare il laser). Per i monasteri, portate abiti modesti: spalle coperte e colori sobri.
Accessori top: una sciarpa versatile (freddo, polvere, rispetto nei templi), guanti per girare le ruote di preghiera all’alba e una borraccia termica per il tè al burro di yak bollente!
Pratiche che incontrerete
più avanti parlo di Buddismo Tibetano - Lamaismo
Ruote di preghiera (mani): cilindri con mantra; girarle equivale a recitare i mantra. Giratele in senso orario, con rispetto.
Kora: circumambulazione rituale di templi, stupa, laghi o montagne. Si cammina in senso orario; molti fanno prostramenti.
Thangka: dipinti sacri con divinità o mandala; non toccare, osservate i dettagli iconografici.
Stupa/Chorten: monumenti simbolici; circumambula e non salire sopra.
Mandala (anche sand mandala): rappresentazioni simboliche dell’universo; assistere alla loro costruzione/distruzione insegna l’impermanenza.
Mālā: rosario usato per contare mani di mantra (generalmente 108 ripetizioni).
Lodi e puje: cerimonie con canti, campane, trombe e offerte; spesso molto “rumorose” e visive.
LA STORIA DEL TIBET
Origini: popolazione tibetana e formazione del primo Impero Tibetano (VII–IX secolo) sotto Songtsen Gampo; diffusione del buddhismo dal VII secolo in poi.
Medioevo e contatti: secoli di influenza religiosa e politica con imperi cinesi, mongoli e tibetani; il lamaismo si struttura come potere spirituale e politico.
XIX–XX secolo: caos regionale, influenza britannica e rivalità imperiali; nel 1913 tibetani dichiarano una forma di autonomia de facto.
XX secolo: nel 1950-51 l’esercito cinese entra in Tibet e firma l’”Accordo in 17 punti” (controverso); nel 1959 fuga del 14° Dalai Lama in India dopo l’insurrezione; istituzione della Regione Autonoma Tibetana (RAT) sotto PRC.
Epoca moderna: sviluppo infrastrutturale (ferrovia Qinghai–Tibet, strade, investimenti) e politiche di controllo culturale/religioso denunciate da ONG e comunità tibetane; contemporaneamente cambiamenti economici e urbanizzazione.
COSA VEDERE
Lhasa: il cuore che batte lento
Potala Palace DOPO NE PARLO PIÙ IN DETTAGLIO ALLA FINE ARTICOLO insieme ai dibattiti dei monaci al MONASTERO DI SERA
Jokhang Temple
il centro pulsante della devozione tibetana. Qui la circonvallazione (kora) di fedeli, ruote di preghiera e veterani pellegrini crea un’atmosfera che si sente fino al midollo: ascoltate, osservate, non interrompete le pratiche. Evitate foto intrusive e chiedete sempre il permesso per ritrarre le persone.
Barkhor Street
mercato e labirinto vivo dove acquistare artigianato, incontrare pellegrini e assaporare cibo di strada. Camminate in senso orario insieme ai devoti, respirate il ritmo locale e fermatevi a osservare gli oggetti devozionali: dietro ogni banco c’è una storia.
Altri luoghi che rimangono nel cuore
Shigatse e Tashilhunpo
- Perché andare: seconda città del Tibet, fulcro storico e culturale della regione di Tsang.
- Breve storia/attrazione: il Tashilhunpo Monastery, fondato nel XV secolo, è la storica sede dei Panchen Lama: sale imponenti, statue dorate e un’atmosfera monastica viva.
- Cosa fare: visitare le sale rituali, passeggiare nel bazar locale, osservare i monaci nelle loro pratiche.
- Pratiche/logistica: facilmente raggiungibile in auto da Lhasa (4–5 h). Pernottamenti in guesthouse o piccoli hotel; attenzione all’altitudine (3.800 m).
Gyantse e il Kumbum
- Perché andare: piccolo gioiello d’arte sacra e architettura tibetana.
- Breve storia/attrazione: il Kumbum (15° secolo) è una torre di cappelle affrescate, un concentrato di thangka e iconografia unica
- Cosa fare: esplorare le cappelle, fotografare gli affreschi, salire sulle mura per vedute panoramiche. - Pratiche/logistica: tappa comune lungo la strada per Shigatse.
Yamdrok Yumtso (lago)
- Perché andare: uno dei “quattro laghi sacri”, acqua turchese incastonata tra cime innevate.
- Esperienza: soste fotografiche, picnic, camminate tranquille lungo la riva; luce perfetta al mattino e al tramonto.
- Logistica: breve deviazione dalla strada verso Lhasa–Gyantse; porta protezione solare e giacca antivento (vento freddo anche in estate).
Campo Base Monte Everest — lato tibetano (Rongbuk)
- Perché andare: vista del versante nord dell’Everest e contatto con villaggi tibetani remoti.
- Breve storia/attrazione: Rongbuk Monastery è il monastero più alto del mondo e punto di partenza per il panorama sull’Everest.
- Cosa fare: trekking brevi, fotografare il massiccio al sorgere del sole, visita al monastero.
- Logistica: strada da Shigatse/Lhasa; altitude elevate (base camp oltre 5.000 m); prepara abbigliamento tecnico.
Logistica e trasporti
Consiglio di partire da Chengdu in Cina
Il modo più comodo è passare da Chengdu (o Xining) — volo o treno verso Lhasa.
Consiglio pratico da TourLeader: fermatevi a Chengdu qualche giorno se potete: è una base perfetta per acclimatarsi gradualmente, risolvere permessi e assaggiare la cultura cinese prima del grande salto d’altitudine.
E poi a Chengdu i panda giganti vi rubano il cuore (al Centro Ricerca) sapori piccanti del hotpot vi scaldano l’anima, e l’altitudine “morbida” (500m) vi prepara a quella tibetana.
Altro consiglio: in volo per Lhasa, incollatevi al finestrino come draghi di ghiaccio, appaiono le cime dell’Himalaya e l’Everest si svela in tutta la sua maestà (8.848m) un gigante di ghiaccio che domina l’infinito. VI TOGLIERÀ IL FIATO e non solo per l'altitudine 🤣
PS sedetevi a sinistra (lato A) per lo show più epico.
Altitudine e salute
Per chi come me é stato in Perù sa di cosa parlo e qua non c'è il mate di coca ma altri rimedi infallibili per acclimatarvi al meglio 💪🏻🤩
- Lhasa è attorno ai 3.650 m; molte destinazioni tibetane superano i 4.000 m (Namtso, Everest BC, Kailash). Comparabile o peggiore di molte parti dell’Altiplano peruviano.
- Sintomi di soroche/AMS: mal di testa, nausea, affaticamento, difficoltà respiratorie.
Consigli pratici:
- Acclimatati 1–2 giorni a Lhasa prima di muoverVi ad altitudini maggiori.
- Evitate sforzi fisici intensi nelle prime 48 ore.
- Idratazione costante, evitate alcol e droghe ihih i
- Farmaci: consulta il medico; acetazolamide (Diamox) è spesso prescritta per prevenzione/aiuto, ma va presa solo sotto controllo medico.
Ossigeno in bombole o concentratori portatili sono comuni nei van dei tour e in molti hotel.
Senza permesso non si entra!
ecco perché SCELTA MIGLIORE per Tibet
tour organizzati (7–12 giorni) dalla QUALITY GROUP (MISTRAL TOUR) che si appoggia ad agenzie locali e nel prezzo inclusi tutti i permessi, trasporto, guida, alloggio base e alcuni pasti.
CURIOSATE UN PO' QUA a volte viene anche Brad Pitt con noi ihih ma non più per sette anni ... ormai ha una certa pure lui ahahah 😜
https://www.qualitygroup.it/tour/Tibet
Non è permesso viaggiare indipendentemente: il tour deve includere guida autorizzata e veicolo registrato.
Documenti base obbligatori
Tibet Travel Permit (TTP): necessario per entrare nella Regione Autonoma Tibetana; senza TTP non si sale su voli o treni per Lhasa.
Visto cinese (tourist L): ottenuto prima di partire presso consolato/ambasciata. Fino a dic 2025 non è più richiesto ma informatevi sempre prima di partire
Altri permessi possibili (in base all’itinerario)
Alien’s Travel Permit: per alcune aree fuori Lhasa (rilasciato dalle autorità locali)
Military/Restricted Area Permit: obbligatorio per zone sensibili (Ngari, Kailash, confini).
Permessi speciali per ingresso via Nepal/aree remote.
Come si ottengono?
Tramite agenzia/tour operator cinese registrato: loro compilano e richiedono i permessi. Noi stranieri non possiamo richiederli autonomamente abbiamo bisogno di un agente locale o un TourOperator che ci assista.
Documenti richiesti: copia passaporto, visto cinese, foto formato tessera, itinerario completo.
Tempi: prevedere 10–20 giorni lavorativi per pratiche; meglio avviare 3 settimane prima.
Regole pratiche e limitazioni
Alcune regioni richiedono permessi aggiuntivi ottenuti in loco o con più anticipo. InformateVi sui permessi specifici se prevedete di andare a Kailash, Ngari, Tsedang o lungo confini internazionali.
I permessi sono collegati all’itinerario: cambi sul posto possono richiedere nuovi permessi e ritardi.
ERGO VI CONSIGLIO EVITARE CAMBI
Portate sempre copie cartacee di tutti i permessi; mostrateli quando richiesto (hotel, check‑point, aeroporti).
COSA MANGIARE
Tsampa : farina d’orzo tostato, base della dieta tibetana (spesso mangiata con tè al burro).
Butter tea (po cha): tè al burro di yak, sapore particolare ma energetico.
Momo: ravioli ripieni (carne o verdure).
Thenthuk / Thukpa: zuppe di noodle locali.
Carne di yak e formaggi: fonte proteica
EVITATE acqua non imbottigliata; molti hotel forniscono acqua bollita/filtrata.
ANCORA DUE INFO
Bancomat e carte funzionano bene nelle città grandi, ma portate contanti per le zone remote.
Connessione Internet può essere limitata o soggetta a censura (VPN potrebbero non funzionare); preparate comunicazioni off-line
HOLAFLY ESIM
da avere ha anche vpn incorporato
Il monastero di Sera e i dibattiti dei monaci
Il Monastero di Sera è un’esperienza che vibra di storia e di energia: la mattina e il pomeriggio i dibattiti dei monaci trasformano il cortile in un teatro spirituale che lascia senza fiato, non solo per l’altitudine ma per la potenza del pensiero che si accende.
Cenni storici e architettonici
• Il Monastero di Sera fu costruito nel 1419 da Jamchen Chojey Sakya Yeshe, discepolo di Tsongkhapa, ed è uno dei tre grandi monasteri Gelugpa di Lhasa insieme a Ganden e Drepung
• “Sera” significa siepe di rose, evocando la natura che circondava il complesso .
• È un vero universo monastico: vicoli acciottolati, templi, sale di preghiera e tre collegi (Sera Mey, Sera Jey, Ngagpa Dratsang) che formavano una delle più prestigiose accademie buddhiste del Tibet
• Le mura bianche e i tetti dorati si stagliano contro le colline di Lhasa, creando un paesaggio che unisce austerità e bellezza
I dibattiti dei monaci
ESPERIENZA INDIMENTICABILE
ogni giorno feriale dal lunedì al venerdì ore 15.00 nel cortile
• I dibattiti non sono spettacolo, ma allenamento mentale e spirituale. Servono a chiarire i testi sacri, a rafforzare la logica e a purificare la mente
• Centinaia di monaci vestiti di rosso si riuniscono in piccoli gruppi. Uno pone la domanda, l’altro risponde; il gesto delle mani che battono è un segnale di sfida e di enfasi
Dalai Lama e religione tibetana
- Dalai Lama: il 14° Dalai Lama, Tenzin Gyatso, è il leader spirituale tibetano in esilio dal 1959, simbolo della lotta per l’autonomia e riconosciuto internazionalmente per il suo messaggio di pace. Vive in India (Dharamsala) con la comunità tibetana in esilio.
- Religione: il buddhismo tibetano (lamaismo) combina dottrine buddhiste con pratiche locali e della tradizione bön; monasteri e laici seguono rituali, pellegrinaggi e pratiche come il kora (circumambulazione). Monasteri sono centri di istruzione, arte e vita comunitaria.
- Il ruolo politico-religioso: tradizionalmente i leader religiosi avevano anche ruoli politici (es. Dalai Lama e Panchen Lama), ma il sistema è profondamente cambiato dopo l’integrazione con la PRC
POTALA PALACE
Salire al Potala Palace è come aprire un libro gigante di pietra: ogni gradino, ogni sala e ogni corridoio raccontano la storia di un Tibet che ha saputo fondere spiritualità, potere e arte in un’unica, imponente architettura.
Perché è nato e a cosa serviva
Il Potala nacque come residenza del Dalai Lama e come centro amministrativo e religioso del Tibet. Le sue radici risalgono al VII secolo per l’originaria collina sacra (legata a Songtsen Gampo), ma la struttura che vediamo oggi fu ricostruita e ampliata nel XVII secolo dal V Dalai Lama su progetto che unì funzione politica e sacralità: qui si amministrava, si pregava, si conservavano reliquie e si insegnava. Il palazzo è suddiviso in due anime — White Palace PALAZZO BIANCO, residenza e uffici e Red Palace PALAZZO ROSSO, cuore spirituale con cappelle, reliquie e sale rituali — riflettendo la simbiosi tra governo e religione che ha segnato secoli di storia tibetana.
Cosa vedere e perché emoziona
- La facciata e la scala: l’impatto è immediato. La salita verso il Potala, tra bandiere di preghiera e mura rosso-ocra, prepara l’anima a quello che verrà.
- Sale cerimoniali e stanze private: affreschi, thangka antichi, thrones finemente intarsiati e una concentrazione di arte popolare e sacra che non ha eguali. Ogni stanza è un piccolo museo di dettagli: legni intagliati, pitture, reliquie dei Dalai Lama.
- Le stupas dei Dalai Lama: grandi reliquiari dorati che custodiscono resti e oggetti sacri; il loro splendore è insieme estetico e profondamente devoto.
- I cortili interni e i terrazzi: offrono prospettive su Lhasa e sulla vita quotidiana della città; al tramonto la luce accende il palazzo di tinte calde e indimenticabili.
- Il Red Palace: centro rituale, pieno di sale di meditazione, statue e testi sacri; è qui che si respira maggiormente la componente spirituale del Potala.
Consigli pratici da tour leader esperta
- Prenotate in anticipo: i biglietti sono limitati giornalmente e spesso soggetti a turni; per non perdere la visita conviene assicurarseli per tempo tramite tour operator affidabili.
- Acclimatamento e ritmo: fate la visita dopo almeno un giorno a Lhasa per ridurre il rischio di affaticamento; salite piano e rispettate il vostro respiro.
- Scarpe e abbigliamento: scarpe comode perché si cammina su gradini alti e pavimenti irregolari; vestitevi a strati, la temperatura cambia con l’altitudine e il sole.
- Fotografia: verificate le regole interne — in molte sale è vietato fotografare; rispettate i divieti soprattutto nelle aree sacre.
- Comportamento: abbassate la voce, non toccate gli oggetti esposti, comportatevi con rispetto verso i pellegrini e seguite le indicazioni della guida o del personale.
- Tempo di visita: calcolate almeno 2–3 ore per coglierne l’essenza senza fretta; se amate i dettagli artistici, prenotate una visita guidata approfondita.
Curiosità che sorprende
- Struttura e ingegneria: costruito su una collina, con muri di pietra spessi anche oltre 3 metri e interventi antisismici tradizionali, il Potala è un capolavoro di ingegneria premoderna.
- Colori simbolici: il bianco del White Palace simboleggia amministrazione e quotidiano; il rosso del Red Palace è simbolo di sacralità e autorità spirituale.
- Tesori: il Potala conserva manoscritti rari, reliquie, statue in bronzo dorato e pezzi d’arte che riflettono secoli di scambi culturali con India, Nepal e Mongolia.
BUDDISMO TIBETANO
LEGGETE ANCHE MIO ARTICOLO SU BUDDISMO, INDUISMO E SHINTOISMO
Il buddhismo tibetano è la forma locale del buddhismo che si è sviluppata in Tibet integrando testi indiani, pratiche tantriche e tradizioni locali (incluso il Bön).
Mira alla liberazione dalla sofferenza attraverso etica, meditazione e trasformazione della mente; dà grande importanza alla trasmissione maestro‑discepolo.
Concetti chiave
- Samsāra / Nirvāna: ciclo di nascita e morte vs liberazione.
- Bodhicitta: intenzione altruistica di raggiungere l’illuminazione per tutti.
- Karma: azione e conseguenze, legge morale di causa‑effetto.
- Tantra (Vajrayāna): pratiche esoteriche che usano visualizzazioni, mantra e rituali per accelerare il percorso spirituale.
- Yidam: divinità meditativa visualizzata per trasformare la mente.
- Mahāmudrā / Dzogchen: approcci avanzati alla natura della mente (Kagyu e Nyingma).
- Lama/Rinpoche: maestri, talvolta riconosciuti come reincarnazioni; figura centrale nella pratica e nella vita delle comunità.
Scuole principali
- Nyingma: la più antica, ricca di pratiche terma e Dzogchen.
- Kagyu: linea di yogi e metodi meditativi (Mahāmudrā).
- Sakya: forte tradizione accademica e rituale.
- Gelug: ordine monastico rigido, grande attenzione allo studio filosofico (Tsongkhapa); dal Gelug proviene il Dalai Lama.
Ruolo sociale dei monasteri
I monasteri non sono solo luoghi di culto: sono scuole, centri culturali e ospedali tradizionali. Monaci e monache studiano filosofia, vinaya (disciplina monastica), medicina e arti sacre (thangka, scultura).
Differenze rapide con lo Zen
e altre tradizioni asiatiche
Se avete vissuto Varanasi o templi in Giappone, noterete differenze nette: l’induismo a Varanasi è festa di vita e morte, rituale fiammeggiante sul Gange; i templi zen giapponesi offrono minimalismo e silenzio meditativo.
A mio avviso per quanto ho visto e vissuto, il buddhismo tibetano coniuga entrambe le anime: cerimonialità e spettacolo (danze rituali, colori) ma anche pratiche profonde di meditazione e studio filosofico. È un ponte tra sostrati tantrici, pratiche monastiche e culto popolare.
Cosa porterete a casa
Non solo foto e video da pubblicare sui social ma molto molto di più ...
un sentimento rallentato del tempo, immagini che restano (un monaco che dipinge un thangka, il rumore delle ruote di preghiera al tramonto, la luce sul Potala). Se cercate un’esperienza che unisca paesaggio, arte e pratica spirituale, il Tibet è una scuola che insegna a vedere il sacro nel quotidiano.
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